Esporsi al Sole

Esporsi al Sole

Dal punto di vista fotobiologico le macchie di vitiligine si caratterizzano per l’assenza di uno dei maggiori fattori costitutivi di difesa della radiazione ultravioletta (RUV), la melanina. In tale situazione, la soglia minima eritematosa è ridotta e quindi il rischio di reazioni fototossiche è elevato anche in seguito a esposizioni solari modeste. Pertanto, un’adeguata fotoprotezione è la prima necessità.

Tenersi coperti è la modalità protettiva più ovvia, anche se tessuti con trame ampie e di colore chiaro, soprattutto se bagnati, possono essere attraversati da una quantità dannosa di RUV. Inoltre, alcune attività non possono essere svolte vestiti e alcune parti del corpo, come il viso, non possono essere schermate. In tali casi, lo stare all’ombra può essere d’aiuto contro l’irraggiamento diretto, ma è privo di efficacia contro la radiazione riflessa o diffusa che può raggiungere dosi fototossiche. Lo stesso vale per l’uso di un cappello a tesa larga per proteggere il viso.

La corretta applicazione di creme protettive solari adeguate per tipo di filtri ed eccipienti è pertanto indispensabile e inevitabile.
Creme solari adeguate devono in primo luogo contenere filtri con spettro di assorbimento nell’UVB  in concentrazione sufficiente ad assicurare un fattore di protezione pari o superiore a 30.
Tuttavia, le creme dovrebbero contenere anche un filtro per UVA in quanto, in caso di esposizioni solari protratte con soli filtri UVB, può essere raggiunta anche una dose UVA dannosa.

Oltre alle caratteristiche del filtro dovrà essere posta grande attenzione anche alle proprietà date dagli eccipienti, con particolare riguardo alle caratteristiche di idroresistenza o idrorepellenza, in quanto la maggior parte delle esposizioni ricreative o lavorative all’aria aperta comporta sudorazione o contatto con acqua. Infine, ricordiamo l’importanza delle modalità di applicazione che dovrà essere adeguata sia per quantità (circa 20 gr per metro quadro di superficie corporea) sia per frequenza (almeno ogni 2-3 ore).

L’importanza di una fotoprotezione ottimale ovviamente aumenta nelle situazioni di maggiore irraggiamento in cui dosi ustionanti possono essere raggiunte in tempi molto brevi. Ciò può facilmente accadere in estate e durante le ore centrali del giorno.

Suggeriamo, inoltre, di estendere l’applicazione della stessa crema protettiva solare anche sulla cute vicina alle macchie bianche, in modo da prevenire sia una possibile ustione con il rischio di un’estensione delle lesioni per isomorfismo reattivo (fenomeno di Koebner) sia una semplice abbronzatura che tuttavia porterebbe ad un antiestetico risalto cromatico delle macchie di vitiligine.

Un aumento significativo, ma non di per sé sufficiente, della soglia minima fototossica delle aree affette da vitiligine può essere ottenuto anche con un ciclo di esposizioni a dosi di RUV dal sole o di UVB, più efficaci per questo scopo degli UVA, da fonti artificiali. Queste portano all’incremento della capacità di filtro denso della pelle che mostra iperplasia dei suoi strati esterni e aumento dello spessore dello strato corneo.

La Vitiligine non è più un problema. Curarla si può.

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